Carlo Gatti inizia a disegnare a tredici anni per la rivista "Il Calcio e Ciclismo Illustrati". Compie studi classici.
Nel 1977 la Gazzetta italo-francese Artemercato Internazionale gli assegna la prima quotazione: 120.000 lire per un 30x40cm. Nel 1978 entra in catalogo Panepinto "Pittori e Scultori contemporanei".
Dal 1984 l'artista non espone piú perché impegnato in altre attivitá. Nel 1997 frequenta l'accademia di Belle Arti di Roma (Rettore Prof. Antonio Passa). Nel 1998 é sul catalogo "Arte Moderna"- G. Mondadori n. 34, con una quotazione di 3.500.000 lire per un 30x40cm; sempre nel 1998 la rivista "Quadri e Sculture"di Duccio Trombadori gli dedica, nel numero di Dicembre, due pagine, a firma di Vittorio Brauner.
Nel 1999 é di nuovo sul catalogo Mondadori n. 35 e ancora nel 2000, sul n. 36, con una quotazione di 1.500.000 lire per un 30x40cm. Nel 2003, la casa d'Aste "Babuino" di Roma lo inserisce sul catalogo d'asta dell'11 marzo 2003.
Nel numero di settembre 2005 la rivista Arte Mondadori pubblica un'intera pagina sull'artista all'interno della rassegna "Artisti in Campania".
Credo che rendere visibili l'invisibili sia il grande merito dell'arte; tentare di far vedere a chi osserva, il nascere delle cose, il nascosto della realtá,
é il pregio di chi dipinge.
Stendere il colore sulla tela equivale a raccontare il mondo, bello o brutto che sia; e con piú colore lo si fa, meglio si puó rendere l'idea.
Ho iniziato cosi, tanto tempo fa, e continuo ancora oggi cercando di trasmettere qualcosa agli altri.
Sono passato prima attraverso un simbolismo crudo, immedesimandomi nella mia e nell'altrui vita.
Poi, raffinando la tecnica e la ricerca, sono giunto alla figurazione.
Ammetto che la mia é una figurazione "strana": dipingo nature morte sulle spiagge, scomposizioni dove
l'immagine intera contrasta con un piano smembrato.
É questo il mio naturale percorso che non so
ancora dove mi porterá,
forse di nuovo al simbolismo di quando iniziai. La pittura é il tramite
tra realtá
e la fantasia.
Io mi affido alla voce dei sentimenti (o addirittura dei sensi)
quando dipingo. A me basta cosí, e mi curo del resto intorno
a me. Nell'era dell'informatizzazione, della tecnologia e dei
video ho avuto la fortuna che alla gente piace ció che dipingo.
Non è facile delineare l'iter pittorico di Carlo Gatti, artista sensibile, attento, concreto.
La sua libertà di espressione concede spazio ad una scelta tematica piuttosto intrigante, la cui resa pittorica si presenta decisamente elegante e delicata, offrendoi all'osservatore la possibilità di spaziare in diversi contesti, reali o simbolici, ma accessibili a chiunque. Molteplici sono i punti focali delle sue opere; difficile, quindi, stabilire quale sia l'epicentro nei suoi dipinti. L'attenzione capillare per i dettagli e la densità dei colori catturano l'attenzione del fruitore da un punto all'altro del quadro, rendendo sempre più difficile stabilire chi o che cosa sia il vero protagonista dell'opera. Alla base di tutto, comunque, c'è un interessante e alquanto accattivante gioco di contrasti che conferisce all'opera quella giusta dose di enigmaticità, sapientemente bilanciata dal pittore con gusto e ironia. In questo modo le "scomposizioni" e i nudi di donne diventano le tappe di un percorso che conducono alla scoperta di unanimo che avvere l'esigenza di evidenziare le naturali contraddizioni dell'essere umano e i dualismi della vita. Così l'artista si serve della pittura e la trasforma in un canale in cui confluiscono sensazioni differenti, a voltre contrapposte, capaci di scuotere l'osservatore e di indurlo a riflettere su una realtà ormai scarna di valori, quotidianamente messi in discussione da spinte materialistiche, al fine di far riscoprire quelle emozioni, sempre più chiuse in rigidi schemi, che permetterebbero di guardare la vita da una prospettiva diversa, più congeniale all'animo umano.
Il modo di giocare con i colori è un'altra componente di rilievo nelle opere del Gatti: la preparazione a vista, il contrasto di chiaro-scuri, la combinazione di tonalità calde e fredde, ma sempre scure, al fine di evidenziare una tavolozzi alquanto scarna ed essenziale che, però, soddisfa completamente l'artista, sono le caratteristiche che qualificano la pittura del nostro e del suo modo di dipingere. Le sue opere, così semplici e personali, celano emozioni appartenenti ad un'identità molto forte e istintiva che nasconde, sotto il delicato strato pittorico, storie vissute estrapolate dal passato e dal presente, abilmente mascherate tra i simboli che il pittore ha scelto per esprimersi attraverso la sua arte.
Floriana Villano (critico d'Arte - Roma 2004)
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COLLETTIVE 2017 |
Galleria Accorsi - Torino
Artisti in esposizione Permanente
Il maestro Gatti è esposto lí con altri grandi artisti del 900... in permanenza. Con una valutazione di 1000 euro per olii 40x50.
Premiazione al concorso "Il re dell'arte" - Avellino. Primo classificato. Settembre 2014
L’ARTE DI CARLO GATTI: PASSATO E PRESENTE A CONFRONTO
Articolo da Piú Economia. [leggi tutto]
Mostra personale di pittura "Ricordi e..." - Avellino
Mostra ad Avellino 2013 con il critico d'arte Domenico Pisano ed il dott. Acierno
Depliant della Galleria Americana di Liliana Puello VIVID ARTS NETWORK con un dipinto di Gatti
Con Viviana Puello,gallerista della VIVID ARTS NETWORK USA
Articolo sul Mattino di Napoli (1999)
Gatti: le due vite di un Artista. Ottopagine (Luglio 2011)
Carlo Gatti: come lo vedo io...
Carlo Gatti, al di la dei suoi modi spontanei e franchi, non è un personaggio semplice e facile da scoprire in un tempo breve o lungo che sia.
Il suo carattere, forgiatosi nella severa ed austera vita militare, resterà tale anche quando l'abbandonerà per cercare altre esperienze, che gli serviranno per completare ed appagare il suo mondo interiore e la prepotente voglia di esprimersi.
Si appasionerà al colore ed ai suoi giuochi psicologici, anzi, direi, ne diventerà sempre più dipendente, dedicandogli tutte le sue energie e le sue esperienze, per penetrarlo e conoscerlo nella sua più spirituale essenza.
Il suo colore si trasformerà in impressione intima del soggetto, la composizione in un energico vitalismo, le linee in un labirinto schema psicologico, che sarà sempre presente in tutte le sue composizioni, vuoi bidimensionali che tridimensionali.
Questa problematica che non è soggetto, immagine, tratti a colore, diventa simbolo e proiezione di un arco senso della vita che liberano l'uomo dal suo mistero e ne traducono l'ansia, trasfigurandola in un prodotto visivo che non ha altro mezzo per esprimersi se non nel valore cromatico.
Per evidenziare questo forte contrasto, non a caso sceglie come soggetto, la carnalità dei nudi e del paesaggio della sua terra, dove le forti pennellate cariche di ocra, bruni, galli, verdi e blu, ti fanno sprofondare in una inquieta ed angosciante sfera onirica.
Leggendo nell'intimo delle sue opere si scopre chi lo ha affascinato, chi lo ha amato, chi lo ha aiutato a conoscere il mondo, la fantasia, il colore, la materia...l'Arte.
Prof. Giulio De Angelis -Roma 2001
Così non si può trovare per i suoi quadri un paragone diretto e risolutivo, qualche precedente artista cui assimilare in via definitiva il nostro.
E' vero però che Gatti, specialmente nei quadri di figura, si è avvicinato ad una certa cerchia romana di marca espressionista -come tutta la buona pittura negli ultimi 50 anni- più vicina a Fausto Pirandello che a Guttuso, più corrente a meno partito, più sensazione e meno gerarchia, in cui sta bene anche il nome di Alberto Sunghi.
Il tratto comune di questi artisti-ed il tratto saliente in Gatti è l'interesse per la vita quotidiana, per i momenti diversi della giornata e le cose semplici della vita (cioè tutte quelle che il Minimal etichettò come "borghesi") come trasfigurazione per il mistero che si svolge intorno a noi.
E la nostra genealogia prevederebbe, prima il Pirandello, il "realismo magico" della Scuola Romana e più in là ancora il simbolismo di Nomellini.
Così la pittura di Gatti ha una misura religiosa, che non è data da una particolare inclinazione per i temi sacri-pressochè assenti ma dalla idea che la divinità si rilevi in ogni cosa e specialmente nelle cose + semplici.
Il pittore non è un cacciatore, ma piuttosto una falena, che si sente attratta dalla fiamma del Mistero; in questo senso, altri hanno parlato per Gatti di tensione per l'Assoluto.
Perciò la sua pittura è una pittura di luce, una pittura dove il calore di una lampada, d'un tramonto o di un sole pieno può comunicare la sensazione della rivelazione.
Il Mistero così non solleva inquietudine, ma serenità, dove i quadri rassicurano la gente, sfoggiando la resistenza delle cose e delle sensazioni contro il tempo. Così i suoi paesaggi sfoggiano un fondo di cielo tirato a spatola, su un mare perfetto come l'olio, non mai incrinato dalla brezza o dalla tempesta, seppure subito profondo, di una profondità inusuale per la vera costa.Il cielo si riflette in forme e colori che non è necessario cambiare.Tutto si svolge come se non dovesse finire mai: così i frutti come se non dovessero appassire e la ragazza che impegnata in "La Vanità del passato" non dovesse finire mai non già il libro ma neppure la pagina o il rigo, come se dovesse essere impegnata in un pensiero eterno.Questo mirare all'eterno senza la malinconia di chi lo vede proiettarsi dietro di sè, come un eterno consumarsi, è forse il tratto più alto della pittura di Gatti ed il motivo per cui i suoi dipinti oltre che piacevoli sono rilassanti e persino benefici.
Vittorio Brauner-Quadri&Sculture -Dicembre1998
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Artista: Carlo Gatti |